Eugenio Montale ed analisi de “Il Sogno del Prigioniero”

La Vita

Eugenio Montale era uno scrittore nato a Genova nel 1896, durante l’infanzia visse alle Cinque Terre. I paesaggi di questo luogo hanno influenzato le poesie del poeta. Lo scrittore nei suoi testi rappresenta il “Male di Vivere”, ovvero il dolore che caratterizza l’esistenza dell’uomo, egli però non lo esprime con parole suggestive, ma lo rappresenta in immagini concrete che ci fanno vedere stati d’animo. I suoi principali componimenti sono le due raccolte di poesie “Ossi di Seppia” pubblicata nel 1925 e poi ripubblicata in una seconda versione nel 1928, e “La Bufera e Altro” pubblicata nel 1956.

“Il Sogno del Prigioniero”

“Il Sogno del Prigioniero” composto nel 1954 è un breve componimento facente parte dell’ultima sezione de “La Bufera e altro”. Si tratta di una cupa allegoria con riferimenti danteschi, alla realtà dei crimini delle dittature totalitarie e della Guerra Fredda. Considerando il periodo da cui proviene la poesia, si riconosce che “Il Prigioniero” Montaliano sia un recluso dei campi di concentramento tedeschi o dei gulag staliniani. Più verosimilmente il protagonista del componimento è il poeta stesso o un intellettuale che a causa della realtà oppressiva del mondo si ritrova aperta la via del sogno.

In particolare, la trama narra della vita in carcere, dove le giornate sono scandite da piccoli dettagli: il volo degli uccelli attorno alle torri, i rumori che provengono dalla cucina, lo sguardo attento del capoguardia. In questo ambiente opprimente, il protagonista cerca rifugio nei sogni: immaginando di essere ai piedi della persona amata, trasforma la sua realtà in qualcosa di più caldo e accogliente.

La narrazione riflette sulla persecuzione senza fine, dove la salvezza sembra possibile solo attraverso il tradimento e la sottomissione. Il protagonista, indebolito dal tempo e dalle sofferenze, si fonde con il mondo intorno a lui: con la luce del mattino sulle torri, con l’odore dei dolci bruciati, con le illusioni che trasformano la rigidità delle sbarre in petali immaginari. Ma la sua condizione rimane incerta: sarà vittima o carnefice?

L’attesa si prolunga in un tempo indefinito, dove ogni minuto sembra durare un secolo. Eppure, il protagonista mantiene il suo sogno e la speranza che, in qualche modo, tutto possa ancora cambiare.

Strofa 2

2. Lo zigzag degli storni sui battifredi      
3. nei giorni di battaglia, mie sole ali,
4. un filo d’aria polare,
5. l’occhio del capo guardia dallo spioncino,
6. crac di noci schiacciate, un oleoso
7. sfrigolìo dalle cave, girarrosti
8. veri o supposti – ma la paglia è oro,
9. la lanterna vinosa è focolare
10. se dormendo mi credo ai tuoi piedi.

Parafrasi:

2. Il movimento degli stormi d’uccelli attorno alle torri di guardia
3. nei giorni di guerra, mia unica possibilità di movimento,
4. un filo d’aria ghiacciata,
5. lo sguardo del capoguardia dallo spioncino,
6. il rumore che si fa quando si schiacciano le noci,
7. lo sfrigolio dell’olio (=oleoso del v. 6) della cucina,
8-9-10. veri o presunti girarrosti, – ma, se mentre dormo m’immagino ai tuoi piedi, la paglia diventa oro, la lanterna dalla fiamma di colore rosso è un focolare.

Parafrasi Discorsiva

Nei giorni di guerra, il protagonista osserva il movimento degli uccelli attorno alle torri di guardia, l’unica forma di libertà e movimento che può percepire nella sua condizione di prigionia. L’aria è gelida e il controllo del capoguardia è costante, simbolizzato dal suo sguardo attento dallo spioncino. I suoni quotidiani – il rumore delle noci che si rompono, lo sfrigolio dell’olio in cucina – scandiscono il tempo e creano un senso di immobilità e ripetizione. Tuttavia, quando il protagonista sogna di essere ai piedi della persona amata, la realtà cambia: la dura paglia si trasforma in oro, e la lanterna dalla fiamma rossastra diventa un focolare, simbolo di calore e protezione. Attraverso l’immaginazione, riesce per un istante a sottrarsi alla brutalità della prigione e trovare rifugio nei suoi sogni.

Figure Retoriche

Nella strofa sono presenti:

  • Analogia: vv. 2-3: Lo zigzag degli storni sui battifredi/ nei giorni di battaglia;
  • Enjambements: v. 6: crac di noci schiacciate; vv. 6-7: un oleoso/ sfrigolìo dalle cave; vv. 7-8: girarrosti/ veri o supposti
  • Metafore: vv. 2-3: Lo zigzag degli storni sui battifredi/ nei giorni di battaglia, mie sole ali; v. 9: la lanterna vinosa è focolare
  • Onomatopea: v. 6: crac di noci schiacciate